Una giornata a Venezia con Piero Zanotto

Una giornata a Venezia con Piero Zanotto

Quest’anno ricorre il 50° anniversario della prima edizione del Festival Internazionale del Film di Fantascienza. Una manifestazione rivoluzionaria che portò dal 1963 al 1982 a Trieste, al Castello di San Giusto, definito da uno degli organizzatori “un astronave pronta al decollo“, illustri personalità dello stardom internazionale come Arthur C. Clarke, Roger Corman, Riccardo Freda, Forrest J. Ackerman, Umberto Eco o Brian Aldiss…

Era organizzato da un gruppo di “giovani della poesia visiva” – così li definì Ungaretti in un telegramma augurale, ancora in possesso del Centro Ricerche e Sperimentazioni La Cappella Underground – che avrebbero fatto della città un palcoscenico unico per il cinema di genere, fino al 1982, anno in cui il festival si interruppe.
http://www.sciencefictionfestival.org/home/storia/

Fortunatamente nel 2000 La Cappella Underground decise di riproporlo, rilanciando la sua spinta innovativa proponendo produzioni indipendenti, anteprime e film introvabili, il tutto sotto il nuovo nome di Science plus Fiction.

Piero Zanotto classe 1929 è un giornalista e critico cinematografico che negli anni ha collaborato con numerosi quotidiani e periodici e ha scritto molti libri sul cinema. E’ l’ultimo testimone di quella pattuglia che dal lontano 1962 ideò e lavorò all’organizzazione del festival.

Insieme a Daniele Terzoli, presidente de La Cappella Underground e a Fabio Pagan, giornalista scientifico e divulgatore, lo abbiamo incontrato presso La Casa del Cinema di Venezia.
Due le ragioni della mia presenza. Da una parte la semplice documentazione dell’intervista per gli archivi del festival, dall’altra la realizzazione di materiale per una mostra sulla storia del festival che sarà organizzata durante l’edizione di quest’anno del Science plus Fiction.

Il racconto di Piero ci ha riportati agli anni ’60, in un passato che fino a qualche tempo fa avrei definito recente, fatto di uffici pieno di fumo, niente cellulari ma soltanto i gloriosi telefoni grigi, sullo sfondo di un’Europa divisa sul piano politico dalla cortina di ferro, ma unita e piena di scambi su quello culturale.
Impagabile ascoltare i piccoli aneddoti, che sanno raccontare la vita degli uomini meglio della grande storia ufficiale.

Piero Zanotto
“Pensa… Budapest… dove tra l’altro io avevo scritto articoli sul cinema italiano per una rivista… loro mi hanno detto, se vuoi i soldi, deve venire a prenderteli…”
Fabio Pagan
“Come facevano in Russia! Dovevi andare in Russia a prenderli e spenderli”

Bellissimo il ricordo più volte evocato da Piero di Flavia Paulon, donna forte, direttrice di fatto del festival, che seppe guadagnarsi spazio e rispetto in un’epoca dalla forte impronta maschilista.

Si torna a casa soddisfatti, cosa desiderare di più?